PORTE APERTE NEWS MAIL - 21 luglio 2006
A causa della guerra fra Israele e gli Hezbollah del Libano, i cristiani della striscia di Gaza sono presi fra due fuochi. Quelli che rifiutano di opporsi a Israele vengono considerati traditori dai loro vicini musulmani.
"Le
conseguenze politiche ed economiche colpiscano tutti allo stesso modo.
Noi manchiamo di acqua, di elettricità, di gas ed i generi alimentari
sono distribuiti col contagocce" spiega Hanna Massad, il pastore
della chiesa battista di Gaza. Sua moglie Suhad è la direttrice della
libreria biblica di Gaza che è sostenuta economicamente anche da Porte Aperte.
"Viviamo sotto una tale pressione che i pochi cristiani locali
vogliono andarsene".
I cristiani di Gaza devono essere prudenti e molto discreti: "Dobbiamo fare molta attenzione a come parliamo del Vangelo e a chi. Inoltre siamo sempre sotto la minaccia di un attentato". A primavera hanno fatto esplodere un ordigno davanti all'edificio della libreria senza grossi danni, ma il messaggio è stato molto chiaro: non siamo benvoluti a Gaza. |
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Il pastore Hanna con la moglie Suhad e la figlia Joyce
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