Il seguente articolo è il testo di un discorso tenuto alla radio francese nel novembre 1975 dal cantante ebreo Herbert Pagani, all'indomani della mozione ONU che assimila il sionismo al razzismo. Sono passati più di venticinque anni, ma le parole dette in quell'occasione non hanno perso niente della loro attualità.
M.C.

Arringa per la mia terra

di Herbert Pagani

  " Di passaggio a Fiumicino sento due turisti dire sfogliando un giornale: ‘Tra guerre e attentati non si parla che degli ebrei, che scocciatori ...’ "E’ vero siamo dei rompiscatole; sono secoli che rompiamo le balle all'universo. Che volete? Fa parte della nostra natura.
  Ha cominciato Abramo col suo Dio unico, poi Mosè con le tavole della legge, poi Gesù con l'altra guancia sempre pronta per la seconda sberla, poi Freud, Marx, Einstein, tutti esseri imbarazzanti, rivoluzionari, nemici dell'ordine. Perché?
  Perché l'ordine, quale che fosse il secolo, non poteva soddisfarli, visto che era un ordine dal quale erano regolarmente esclusi; rimettere in discussione, cambiare il mondo per cambiare destino, questo è stato il destino dei miei antenati; per questo sono sempre stati odiati da tutti i paladini dell'ordine prestabilito.
  Un antisemita di destra rimprovera agli ebrei di aver fatto la rivoluzione bolscevica. E' vero. C'erano molto ebrei, nel 1917.
  Un antisemita di sinistra rimprovera agli ebrei di essere i proprietari di Manhattan, i gestori del capitalismo... è vero ci sono molti capitalisti ebrei.
  La ragione è semplice: la cultura, la religione, l'idea rivoluzionaria da una parte, i portafogli e le banche dall'altra sono stati gli unici valori mobili, le sole patrie possibili per quelli che non avevano una patria. Ora che di patria ne esiste una, l'antisemitismo rinasce dalle sue ceneri, o meglio, scusate, dalle nostre, e si chiama antisionismo.
  Prima si applicava agli individui, adesso viene applicato a una nazione. Israele è un ghetto, Gerusalemme è Varsavia. Chi ci assedia non sono più i tedeschi ma gli arabi e se la loro mezza luna si è talvolta mascherata da falce era per meglio fregare le sinistre del mondo intero. Io, ebreo di sinistra, me ne sbatto di una sinistra che vuole liberare tutti gli uomini a spese di una minoranza, perché io faccio parte di quella minoranza.
  Se la sinistra ci tiene a contarmi fra i suoi non può eludere il mio problema. E il mio problema è che dopo le deportazioni in massa operate dai romani nel primo secolo d.C. noi siamo stati ovunque banditi, schiacciati, odiati, spogliati, inseguiti e convertiti a forza. Perché? Perché la nostra religione, cioè la nostra cultura erano pericolose.
  Qualche esempio? Il giudaismo è stato il primo a creare il sabato, il giorno del Signore, giorno di riposo obbligatorio. Insomma il week-end. Immaginate la gioia dei faraoni, sempre in ritardo di una piramide. Il giudaismo proibisce la schiavitù. Immaginate la simpatia dei romani, i più grossi importatori di manodopera gratuita dell'antichità. Nella Bibbia c'è scritto: "La terra non appartiene all'uomo, ma a Dio". Da questa frase scaturisce una legge: quella della estinzione automatica dei diritti di proprietà ogni 49 anni.
  Vi immaginate la reazione dei papi del Medio Evo e degli imperatori del Rinascimento?
  Non bisognava che il popolo sapesse.
  Si cominciò quindi col proibire la lettura della Bibbia, che venne svalutata come Vecchio Testamento. Poi ci fu la maldicenza: muri di calunnie che diventarono muri di pietra: i ghetti.
  Poi ci fu l'Indice, l'Inquisizione e più tardi le stelle gialle. Ma Auschwitz non è che un esempio industriale di genocidio. Di genocidi artigianali ce ne sono stati a migliaia. Mi ci vorrebbero dieci giorni solo per far la lista di tutti i pogrom di Spagna, di Russia, di Polonia e del Nord Africa. A forza di fuggire, di spostarsi, l'ebreo è andato dappertutto. Si estrapola il significato ed eccoci giudicati gente di nessun posto. Noi siamo in mezzo agli altri popoli come gli orfani affidati al brefotrofio. Io non voglio più essere adottato, non voglio più che la mia vita dipenda dall'umore dei miei padroni di casa, non voglio più affittare una cittadinanza, ne ho abbastanza di bussare alle porte della storia e di aspettare che mi dicano: "Avanti".
  Stavolta entro e grido; mi sento a casa mia sulla terra e sulla terra ho la mia terra. Perché l'espressione "terra promessa" deve valere per tutti i popoli meno che per quello che l'ha inventata?
  Che cos'è il sionismo? Si riduce a una sola frase, l'anno prossimo a Gerusalemme.
  No, non è lo slogan di qualche club di vacanza, è scritto nella Bibbia, il libro più venduto e peggio letto del mondo. E questa preghiera è diventata un grido, un grido che ha più di 2000 anni, e i padri di Cristoforo Colombo, di Kafka, di Proust, di Chagall, di Marx, di Einstein, di Modigliani, e di Woody Allen l’hanno ripetuta, questa frase, almeno una volta l'anno: il giorno della Pasqua. Allora il sionismo è razzismo? Ma non fatemi ridere. Il sionismo è il nome di una lotta di liberazione e come ogni movimento democratico ha le sue destre e le sue sinistre. Nel mondo ciascuno ha i suoi ebrei.
  I francesi hanno i corsi, i lavoratori algerini; gli italiani hanno i terroni e i terremotati; gli americani hanno i negri, i portoricani, gli uomini hanno le donne, la Società ha i ladri, gli omosessuali, gli handicappati. Noi siamo gli ebrei di tutti.
  A quelli che mi chiedono: "E i  palestinesi? " rispondo 'Io sono un palestinese di 2000 anni fa, sono l'oppresso più vecchio del mondo, sono pronto a discutere con loro ma non a cedergli la terra che ho lavorato. Tanto più che laggiù c'è posto per due popoli, e due nazioni". Le frontiere le dobbiamo disegnare insieme.
  Tutta la sinistra sionista cerca da 30 anni degli interlocutori palestinesi, ma l'OLP, incoraggiata dal capitale arabo e dalle sinistre europee, si è chiusa in un irredentismo che sta costando la vita a tutto un popolo, un popolo che mi è fratello, ma che vuole forgiare la sua indipendenza sulle mie ceneri.
  C'è scritto sulla carta dell'OLP: "Verranno accettati nella Palestina Riunificata solo gli ebrei venuti prima del '17". A questo punto devo essere solidale con la mia gente. Quando gli arabi mi riconosceranno, mi batterò insieme a loro contro i nostri comuni oppressori. Ma per oggi la famosa frase di Cartesio: "Penso, quindi sono" non ha nessun valore.
  Noi ebrei sono 5000 anni che pensiamo e ci negano ancora il diritto di esistere.
  Oggi, anche se mi fa orrore, sono costretto a dire: “mi difendo, quindi sono".

(riportato su "La polveriera mediorientale", di Valter Vecellio)

http://www.gospelcom.net/shofar/pp/index.php

Capite questo, voi che dimenticate

 di Calò Angelica Edna Livne     

Quando ho chiesto a mio figlio dove avrebbe voluto trascorrere una vacanza prima del suo arruolamento nell’esercito, mi ha risposto in Italia, sulle Dolomiti. Ho provato un senso profondo di soddisfazione. Sono nata a Roma, ho lasciato la mia casa a 20 anni per venire a vivere in Israele, in un kibbutz. Tornare in Italia con i miei figli per loro scelta è un ritorno alle radici, a un’infanzia luminosa di affetti, di arte, di amore profondo per gli altri, per sapori, profumi, colori.
Sono cresciuta studiando la Torà, la Bibbia, allieva dei più grandi Rabbini e militando in un Movimento giovanile i cui valori erano ispirati alle leggi scoutistiche e alle idee socialiste di uguaglianza, tolleranza, partecipazione e pace. Sono cresciuta a ritmo di danze israeliane e note di musica classica. Sono cresciuta cantando Bob Dylan, Neil Young, leggendo Neruda, Marcuse, i Salmi e il Cantico dei Cantici. Sono cresciuta con l’ombra muta di un Olocausto impossibile da raccontare in una famiglia dove non c’è stato mai bisogno di qualcosa in più. Una fusione perfetta che mi ha reso madre e moglie di una famiglia dove tutto è valore. Ed ora il bel sogno lentamente s’incrina, è un processo lento ma devastante, sento vacillare certe verità e sento lo scricchiolio come di un vetro che si infrange e lentamente sale e attanaglia tutto. Improvvisamente mi rendo conto che come appartenente al popolo ebraico e ancor più a quello israeliano sono coinvolta in una subdolissima caccia alle streghe. Come si può spiegare la tempesta di pensieri infausti che inondano il cervello quando si sente che c’è stato un altro attentato e si pensa che il proprio figlio potrebbe essere proprio lì? Chi può descrivere la nausea profonda che si prova mentre aiuti tuo figlio a vestirsi prima di andare all’asilo mentre ti infuocano la mente i pensieri più nefasti? Chi può raccontare tutto ciò che desidereresti per tuo figlio al posto di quei tre, quattro anni di esercito nel quale darà tutto se stesso per difendere e sottolineo difendere e non attaccare, conquistare, annettere, invadere? Difendere questa Terra dove siamo costretti a vivere sul chi va là 24 ore su 24. Senza tregua, senza sosta. Io che non so odiare, ho sentito la rabbia più profonda in questi giorni trascorsi nel luogo amato in cui sono nata e cresciuta: ho assistito a trasmissioni televisive che mi hanno dato il brivido della propaganda nazista e antisemita: subdole, cariche di inesattezze, manipolazioni e menzogne atte a delineare professionalmente un’immagine mirata e deformata di Israele. Articoli nei giornali che demonizzavano il Governo, l’esercito, il Popolo israeliano. Come se Israele fosse il terrorista, il sovversivo, l’eversivo. Come se questa guerra sfibrante l’avesse scelta Israele...
Una signora mi ha detto «beh voi ormai siete abituati… è una realtà!» Perché ci si abitua ad andare al mercato e tornare senza una gamba, senza un occhio, a non tornare per niente? Eppure è possibile, lo so che è possibile istaurare una Pace qui. Oggi, nel villaggio arabo dove insegno, ho guardato negli occhi profondi di quei ragazzi e ho sentito che è possibile. Mentre parlavamo di Dedalo, Icaro, del Minotauro e di Sisifo e riuscivamo a spiegarci metà arabo e metà ebraico sentivo che i valori erano universali. Ma chi sono questi esseri che seminano la morte? Che intontiscono ragazzini di 16, 17 18 anni convincendoli a suicidarsi uccidendo altri? Che riescono a far marcire uomini donne e bambini per anni in campi profughi dove si respira solo dolore, rabbia e sudiciume? No!!! Non sono gli Israeliani, è una verità triste e deludente per tanti ma non sono gli Israeliani. Gli Israeliani sono profughi da duemila anni, da quando l’imperatore Tito li ha sparpagliati ai quattro venti. Da quando Isabella di Castiglia li ha scacciati senza pietà, da quando Gheddafi ha deciso di fare piazza pulita di ebrei... però mica sono stati lì buoni buoni nei loro campi profughi ad alimentare il fuoco dell’odio e del risentimento... Come mi ha detto un grande amico tripolino: «Ci siamo rimboccati le maniche ed eccoci qui». Hanno fatto gli straccivendoli, gli sfasciacarrozze, raccoglievano ciò che gli altri non volevano più e si sono rialzati... perché si dice «Aiutati che D-o ti aiuta!!!». Che c’è? Il nostro D-o aiuta chi è pieno di risorse, di buona volontà, di creatività e chi non si arrende alla disperazione, e il D-o degli altri preferisce morte, distruzione e martirio in suo nome? Non sarebbe meglio rimboccarsi le maniche e riconoscere una volta per tutte anche le usanze, la cultura, la fatica e gli sforzi degli altri popoli? Cercare di vivere fianco a fianco rendendo senza fili solo l’immaginazione e la creatività? Come si fa a neutralizzare un odio atavico? Un odio che sta dentro, in fondo in fondo all’anima? Io so come amare, come insegnare l’amore, come cercare il particolare buono in ogni cosa, come convincere a perdonare... ma l’odio che c’è ora nell’aria del mondo non so proprio come affrontarlo... non so come convincere questa gente che distrugge a costruire, a creare, per sé e per i propri figli! Che devo fare? Che devo insegnare ai miei figli? Ai miei alunni? Un giornalista de La Stampa ha detto che mai come ora Israele è stata in una posizione cosi debole... Un altro disinformato! Superficiale e disinformato! Mai come ora Israele è stata così forte, così straordinariamente, spiritualmente, moralmente, forte. Israele che cura i suoi feriti, seppellisce i suoi morti innocenti siede e canta con i suoi figli sotto le capanne che ricordano la sua conquistata libertà dopo la schiavitù in Egitto. Israele che digiuna, che augura, che aspetta la pioggia benedetta sui suoi campi seminati col sudore della fronte e con le più avanzate tecniche di ricerca, Israele dove Ebrei, Arabi, Drusi, Cerkessi possono essere chi sono. Israele che ora è la mia casa e dove tutti sono eroi. Perché eroe non è chi muore per qualcosa, eroe è chi vive, lotta, crea e ama. Nonostante tutto.

(Ebraismo e dintorni, marzo 2002)


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ATTENTATO ... ANCORA
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Mercoledi, 20 marzo 2002 Un giorno come tanti altri in Israele

Ci sono 6 morti, 34 feriti, 9 gravi.
Serviranno 200 sacche di sangue.
E noi, stamattina, quando ci siamo svegliati, per un po' ci siamo dondolati nella fantasia bellissima di un cessate il fuoco benedetto.

  Wadi Ara e'  la strada che devo fare io fra due ore per andare a Givat Haviva, vado ad intervistare Ami Ayalon che stavolta si incontra con un Capo palestinese e c'e' anche una mostra presidiata dall'Ambasciatore egiziano in Israele che si chiama, dal versetto di Isaia   "E non conosceranno piu' la guerra....."
   ...non e' il primo attentato che fanno la'... entrano senza problema  dai villaggi arabi circostanti e si fanno scoppiare... e noi la', da mesi,  quasi in ginocchio  a chiedere il cessate il fuoco.... ieri sera quei pupazzi del Klu Klux Clan di Hamas con le facce mascherate... l'hanno detto alla CNN , l'hanno detto chiaro e tondo "Smetteremo gli attentati quando riceveremo l'ordine da Arafat!.... Dobbiamo attaccare i civili e i bambini perche' i soldati dell'esercito d'Israele sono troppo forti...oppure attaccare i soldati quando dormono o  alle spalle!!!"
  Dovrebbero scrivere un bel libro, loro, i pupazzi di Hamas, un pamphlet  educativo per le generazioni a venire, loro insieme ai loro capi senza pieta', quelli che stanno riducendo la loro povera gente, veramente poveri palestinesi ignari della dura verita', a larve convincendoli che  le loro sofferenze e le loro disgrazie avvengono a causa  di noi ebrei!  Dovrebbero scrivere un bel libro: "L'etica dei combattenti della "resistenza" palestinese: "Come uccidere bambini, civili inermi e gente comune sovvenendo a tutti i canoni  della morale, dei valori umani e dell'onesta'. compresi  coloro che si battono per aiutarci a creare uno Stato palestinese "  Potrebbe essere un best sellers post-modernista di grande successo, tutto e' permesso, out il dialogo, out la razionalita', out la vita...viva la morte che elimina chi e' antipatico, diverso, scomodo e soprattutto ebreo!!!

Vostra
triste e arrabbiatissima
Angelica
\(da internet, 20.03.02)