Esplosione a Gerusalemme: una vittima e 31 feriti

Lo scoppio vicino a un autobus è stato provocato da un ordigno deposto vicino a una fermata

GERUSALEMME - Una forte esplosione è avvenuta nei pressi della stazione centrale degli autobus a Gerusalemme e ha causato la morte di una donna e circa 31 feriti. Due sono i gravi condizioni. Lo riferisce il Jerusalem Post, aggiungendo che i feriti sono 31. Lo ha indicato il capo della polizia della città, Aaron Franco. Secondo il ministro della Sicurezza interna israeliano, Yithzak Aharonovitch, la bomba era nascosta in una borsa depositata vicino a un chiosco. È esplosa nel momento in cui due autobus si trovavano in prossimità.

Tutti i feriti sono stati trasportati in ospedale. Uno degli autobus colpiti, del quale tutti i finestrini sono andati in frantumi, era diretto verso la colonia ebraica di Maale Adoumim in Cisgiordania, secondo testimoni. La polizia ha predisposto un cordone intorno all'autobus e lanciato le ricerche con i cani per trovare ordigni esplosivi che avrebbero potuto essere ancora nascosti nel settore. L'ultimo attentato a Gerusalemme risale al 6 marzo 2008, quando un palestinese aveva attaccato un centro studi di Gerusalemme ovest, provocando otto morti e nove feriti. L'autore dell'attentato era stato ucciso.
FERITE ANCHE DUE PARTORIENTI - La Cnn ha riferito che nell'attentato di Gerusalemme sono rimaste gravemente ferite anche due donne in avanzato stato di gravidanza. Lo ha detto in collegamento da Gerusalemme Yonatan Yagodovsky, uno dei medici di un'organizzazione internazionale che si trova sul posto.
SPARI NELLA ZONA, FALSO ALLARME - La polizia israeliane subito dopo l'attentato era accorsa nella zona dei "Giardini Sacharov" a Gerusalemme, a circa un chilometro di distanza dal luogo dell'attentato di oggi, dove erano stati uditi spari, ma ha stabilito che si è trattato di un falso allarme. Lo ha riferito la radio militare.
OBAMA: «ISRAELE HA DIRITTO ALL'AUTODIFESA» - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nell'esprimere il suo cordoglio per le vittime dell'attentato a Gerusalemme e per le vittime palestinesi di martedì a Gaza, ha «sottolineato che Israele, così come tutti gli altri Paesi, ha diritto ad auto-difendersi»

(Corriere della Sera, 23 marzo 2011)

 

La vittima dell'attentato a Gerusalemme era una missionaria evangelica scozzese

Mary Gardner
Fonti evangeliche in Gerusalemme ci hanno segnalato che la vittima del recente attentato, di nome Mary Gardner, aveva 59 anni ed era una missionaria evangelica scozzese della Wycliffe Bible Translators, l'associazione che lavora per la traduzione della Bibbia nelle varie lingue del mondo. Non era sposata e lascia i suoi genitori, che vivono a Orkney, in Scozia. Il suo direttore esecutivo, Eddie Arthur, l'ha descritta come una "cara signora che era molto apprezzata". E ha aggiunto:

«Mary ha lavorato con la Wycliffe in Togo, dove dal 1989 ha fatto parte di una squadra per tradurre il Nuovo Testamento in un linguaggio chiamato Ife. Il Nuovo Testamento è stato terminato nel 2009 e Mary ha poi continuato a lavorare per aiutare gli altri.
Si trovava a Gerusalemme per seguire un corso semestrale in ebraico, alla fine del quale sarebbe tornata in Togo per tradurre l'Antico Testamento. Era una collaboratrice molto benvoluta e competente e noi l'apprezzavamo moltissimo. I suoi colleghi in Togo sentiranno molto la sua mancanza.»

(Notizie su Israele, 24 marzo 2011)


Gerusalemme, in diecimila alla maratona contro la paura di nuovi attentati

GERUSALEMME, 25 mar. - La paura di nuovi attentati, dopo la bomba scoppiata mercoledi', non ha spento l'entusiamo per la prima maratona di Gerusalemme, che ha richiamato 10 mila sportivi da tutto il mondo. A tagliare il traguardo per primo, dopo un percorso che si e' snodato anche nella parte est occupata, e' stato il kenyota Robert Cheruiyot, anche se all'arrivo ci sono stati momenti di confusione poiche' i tre apripista della gara

- un cristiano, un ebreo e un musulmano che indossavano t-shirt con su scritto "Tre religioni, un solo Dio" - hanno sbagliato strada, portandosi dietro buona parte dei corridori. E cosi', come ha riferito il Jerusalem Post, alla fine e' stato proclamato vincitore Raymond Kipkoechh, anch'egli kenyota, che aveva totalizzato un tempo inferiore rispetto al suo connazionale. Scarpe da ginnastica e tanta grinta, anche il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, ha preso parte alla competizione.
"Correro' tra la mia gente", aveva annunciato subito dopo l'attentato di due giorni fa, in cui era morta una donna ed erano rimaste ferite 39 persone. "Dobbiamo tornare alla vita normale, solo cosi' i terroristi capiranno che non hanno vinto". Dopo aver partecipato alla maratona di New York, il primo cittadino della Citta' Santa aveva capito che organizzare un evento simile anche a Gerusalemme sarebbe stata un'occasione unica per mostrare la bellezza della citta'. E cosi' e' stato: il percorso si e' snodato dalla Knesset all'universita' ebraica, per poi entrare nella Citta' vecchia e toccare altri punti della parte est, incuso il Monte degli Ulivi, tornando poi davanti al Parlamento ebraico. La partecipazione e' stata da record, con seimila israeliani, tra cui duemila soldati, e quattromila corridori stranieri. Le polemiche, tuttavia, non sono mancate, soprattutto per la decisione di far passare la maratona nella parte occupata della Citta' Santa. Una decisione che ha fatto infuriare i consiglieri di opposizione all'interno del Consiglio comunale di Gerusalemme. "Una maratona non riunisce ebrei ed arabi", ha tuonato il capo, Pepe Alalu. Nel fuoco delle critiche e' finita anche l'Adidas, principale sponsor dell'evento, a cui l'opposizione ha chiesto di ritirare il proprio logo nel caso il percorso non fosse stato modificato. Un appello che non e' stato accolto dalla casa tedesca. .

(AGI, 25 marzo 2011)